La tavola scomposta: come apparecchiare una tavola moderna
C’era una volta la tavola ordinata, con la tovaglia ricamata a mano, la posateria d’argento e i piatti in ceramica bianca tutti identici l’uno all’altro. Oggi, però, qualcosa è cambiato: la tavola scomposta è sempre più realtà, anche nei ristoranti chic. Ed è una splendida idea da copiare a casa, per stupire i propri ospiti e per… riciclare i servizi spaiati!
Ma cos’è la tavola scomposta, e quali sono i consigli da seguire per non commettere errori? Scopriamolo insieme.
Perché si parla di tavola scomposta
La tavola scomposta è una tavola la cui apparecchiatura è libera dai cliché: i piatti e i bicchieri (ma talvolta anche le posate) sono diversi l’uno dall’altro, in un accostamento che sembra casuale ma che in realtà è studiatissimo. Perché “scomposta” non fa certo rima con “disordinata”: affinché il risultato si esteticamente apprezzabile, è fondamentale che forme, colori e materiali vengano abbinati con criterio.
Il principio è quello del riuso, o del “mix and match” come gli interior designer amano definirlo: se si ha uno splendido servizio di piatti, di bicchieri o di posate di cui si è perso o rotto qualche pezzo, non è necessario buttarlo né tantomeno riservarlo alle cene a due. È anzi possibile abbinarlo con altre stoviglie di altri servizi. Tuttavia, è necessario disporre di un eccezionale senso estetico e sapere come dare alla propria tavola un senso d’equilibrio.
La tavola scomposta è una tavola moderna, che può però essere realizzata con stoviglie classiche. È una tavola armonica, i cui abbinamenti (specie tra colori) sono scelti con cura.
Le regole per una tavola scomposta
Affinché non si commettano errori, e l’effetto finale sia bello da vedere, è necessario seguire alcune regole per la propria tavola scomposta:
- partire dal colore: l’ideale è scegliere non più di tre colori dominanti, per poi giocare con le loro sfumature, oppure utilizzare come base un servizio tinta unita dalla tonalità neutra
- scegliere un pattern: in alternativa al colore dominante, si può scegliere un pattern da utilizzare come tema (una fantasia o una decorazione geometrica che sia comune alle diverse stoviglie, sebbene in colori e dimensioni differenti)
- attenzione ai materiali: ci sono materiali che non vanno molto d’accordo tra loro, come la porcellana e la maiolica, il cotone e il lino (per tovaglia e tovaglioli), i bicchieri in plastica e le posate in argento
- riciclo creativo: la tavola scomposta è perfetta per donare una seconda vita ad un servizio antico, di quelli che regalano per i matrimoni o si ereditano da mamme e nonne. Abbinare stoviglie vintage a bicchieri in vetro colorati è una scelta vincente
- la tecnica della scacchiera: se l’idea di vedere troppi colori e/o fantasie in tavola non convince, si può optare per una tavola scomposta “soft” con un allestimento a scacchiera, alternando i pezzi di due soli servizi
- differenziare i posti: se si conoscono bene i propri ospiti, è possibile creare per ciascuno un posto tavola personalizzato che rispecchi la sua personalità. In alternativa, si può pensare ad un piccolo cadeaux segnaposto che sia uguale per tutti e regali dunque un senso di uniformità alla mise en place
- posate antiche: un errore è quello di accostare tra loro diversi servizi di posate “semplici”, in acciaio o (ancora peggio) con dettagli in plastica colorata. Le posate possono essere diverse solo a patto che siano vintage
- le altezze dei bicchieri: i bicchieri uno diverso dall’altro stanno molto bene, anche se abbinati a piatti uniformi. Bisogna però prestare attenzione alle altezze: le proporzioni sono importanti, e serve un bicchiere adatto a ciò che si servirà a pranzo (o a cena)
Con questi semplici accorgimenti, la propria tavola scomposta sarà davvero chic.